giovedì 17 ottobre 2013

La crisi sta per finire (se qualcuno si fa gli affari suoi)

Per capire se finirà la crisi e quando finirà, bisogna avere una teoria guida,  e io voglio basarmi sulla teoria dei cicli economici di Juglar. Sappiate che non ho mai letto un libro di questo tizio, soltanto che sono sempre stato convinto che ci sono dei cicli economici e che sono di circa 7/10 anni l' uno, così sono andato su wikipedia ho messo cicli economici e mi è comparso questo signore, che tutto sommato la pensava come me. Lui mi ha inoltre inquadrato un po meglio  il problema, facendomi riflettere sul ciclo di espansione e riduzione del credito.
Sinceramente su wikipedia c'era poco, quindi non accollerò a Juglar, niente di quello che dirò, anche se era necessario nominare chi ha ispirato il profondo pensiero che seguirà.

Cercherò di ragionare in modo semplice, perché quando il ragionamento è complicato, spesso è poco chiaro quello che si pensa.
Primo indizio, espansione del credito e riduzione delle riserve frazionarie.
In sostanza chi presta i soldi li ha prestati tutti, e non ne ha più da prestare. Quindi che si fa ?
Be, semplice, si comincia a rientrare dei prestiti effettuati, in sostanza si ricompone la riserva frazionaria riducendo il credito. Come si riduce il credito senza chiudere le banche? Si aumentano i tassi di interesse, se prima si prestava 100 con interessi 1, ora presto 20 con interessi a 5, stesso introito 1 e 1, ma riduzione del credito erogato. Si ricostruisce in parte la riserva.
In poche parole, se chi presta i soldi, ne presta sempre di più, non rientra mai dei soldi che presta, anzi gliene escono più di quanti gliene rientrano. Così ad un certo punto, anche il creditore deve rientrare, si diminuiscono i prestiti, e quelli nuovi, fatti ad interessi maggiori rientrano prima per via degli interessi maggiori.
Se avete letto il mio post "LA CRISI ECONOMICA", capirete che ci troviamo nel 2006, e quindi capite anche perché molte imprese falliscono.
Ma nel mentre molte imprese falliscono, ce ne sono altre che resistono, spesso quelle che hanno liquidità sufficiente per sopportare le perdite generate dall' aumento degli interessi, oppure quelle che sono in grado di pagare interessi maggiori perché hanno utili maggiori . Stesso discorso per i privati che hanno un mutuo, chi ha risparmi, o redditi elevati, può continuare a ripagare il debito, gli altri purtroppo perderanno la casa. (PER ORA VOGLIO TRALASCIARE IL PROBLEMA DEGLI INTERESSI SUI CICLI ECONOMICI PERCHÉ NE DISCUTERÒ IN UN ALTRO POST, vi preannuncio però che secondo me sono proprio gli interessi a creare questi cicli)
Ricapitolando, abbiamo banche che erogano meno credito, nel frattempo abbiamo debitori che rientrano dei debiti e che non ne contraggono di più. Si ha dunque un saldo positivo della riserva frazionaria, ossia escono meno soldi e rientrano quelli già usciti (anche se i fallimenti derivanti da questa situazione, rendono più lunga la ricapitalizzazione).
Mi si dirà, ma aumenta la disoccupazione, falliscono le aziende, quindi è difficile che si ricapitalizzi, anzi probabilmente si distrugge molto capitale. Ed è vero, più aumenta la disoccupazione, più imprese falliscono e più dura il processo di ricostruzione delle riserve.

Ma comunque si sta realizzando un processo di aumento delle riserve.

Quando le banche avranno ricostruito le proprie riserve, allora si sarà una riduzione degli interessi, perché aumenta lo stock di credito da offrire. E si ricomincia con il ciclo. Più il credito costa poco, più il credito aumenta ed è più facile ripagarlo, quindi diviene sempre meno costoso, fino a quando non si arriverà ad aver prestato tutto il prestabile e quindi aumentano gli interessi e così via.
Se avete letto il post sulla crisi economica, forse potrete darmi ragione.
Se avete letto il post su "L' ITALIA HA SALVATO L' EURO", forse mi darete ragione anche sul seguito.
Partiamo innanzitutto da una considerazione, quando le cose vanno bene si interviene poco, quando le cose vanno male, molti sono presi dal panico e fanno più danni di quelli nei quali sono immersi.
Chiaro è che attraversare il mare in tempesta con una nave solida è meglio che con una pessima nave (euro), come è altrettanto chiaro che se si cade nelle sabbie mobili, più ci si muove e più si affonda (TROIKA).
Comunque, secondo me siamo nel punto di inversione, sperando che nessuno faccia mosse azzardate, tipo prelievo del 10% sui conti correnti (quindi riduzione del risparmio), potremmo sperare di invertire la rotta il prossimo anno e quindi di vedere diminuire la disoccupazione tra un paio d' anni, e tornare a crescere a breve.
Dico questo per un semplice motivo, gli interessi sui debiti pubblici diminuiscono, i risparmi stanno aumentando, gli interessi sui mutui stanno diminuendo, in sostanza sembra che le riserve si stiano ricreando e che si ricomincia ad offrire credito.
Il credito però, è ancora costoso, e quindi, soprattutto in una fase recessiva, c'è poca domanda. Ma sul mercato sono rimaste le imprese che riuscivano a pagare alti interessi, quindi, ora che gli interessi sono più bassi, queste imprese aumentano il profitto, un maggior profitto spinge le stesse imprese a rafforzare la propria posizione di mercato (investimenti) e spinge anche nuovi soggetti ad entrare nel mercato (nuovi investimenti), gli investimenti creano lavoro, che crea reddito, che crea depositi bancari, che aumenta la riserva frazionaria, che spinge a nuovi prestiti, sempre a prezzi più bassi (l' offerta sta aumentando), quindi le imprese fanno più profitti e così via. (QUANTO MI PIACE LA TEORIA DEI SISTEMI AUTOPOIETICI DI MATURANA E VARELLA....)

Quindi tenete duro, l' Italia, malgrado l' euro sta resistendo bene a questo ciclo, e secondo me manca poco, se non fanno qualche casino, come in Grecia.
Il grande vantaggio italiano, sono state le banche, che nella fase di discesa del ciclo, hanno retto molto meglio di tutte le altre, inoltre il debito pubblico al 7% se lo sono comprato loro, e quindi si stanno ricapitalizzando le banche italiane, i greci invece hanno fatto debiti con la Troika e quindi si sta ricapitalizzando la Troika.


4 commenti:

  1. Buongiorno,parlo da persona che non comprende appieno le problematiche economiche.Lei illustra mirabilmente i cicli economici e dice che manca poco al passaggio di un nuovo ciclo di espanione. Ma ho un dubbio: se tutta l'Europa è votata all'export e tralascia la domanda interna perché una moneta a cambio fisso come l'euro,non può essere svalutata e quindi è necessario svalutare i salari,impoverendo il paese,non riesco a vedere in questo una possibile,prossima ripresa. E poi, se dobbiamo pagare il MES,dobbiamo ridurre il debito in 20 anni al 60%,il pareggio di bilancio non pensa che anche noi ,come la Grecia,siamo in mano alla Troika? Vorrei essere più ottimista ma non ci riesco.La ringrazio se vorrà rispondere ai miei dubbi. Sergio.

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  2. Il problema della domanda interna è un problema di mancanza di credito o alto costo del credito, quando aumenterà l'offerta di credito aumenterà la domanda interna.
    Per aumentare l' offerta di credito è necessario aumentare il risparmio e rientrare dei prestiti precedenti.
    E' brutto dirlo, ma la domanda interna è più correlata all' aumento del credito piuttosto che all' aumento dei salari.
    Il fiscal compact, come dice chi lo ha sottoscritto, prevede parametri a noi più favorevoli di quelli pubblicizzati e quindi è un problema di interpretazione

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    1. Come fai a dire che la domanda interna presenta una correlazione più forte con la dinamica del credito piuttosto che con quella dei salari? Ti ricordo che la forza di correlazione tra due fenomeni misurabili è un fatto matematico, perciò abbisogna di dati .
      Ciò detto, è invece molto facile vedere come accessibilità del credito e livello dei salari non sono fenomeni indipendenti.
      Il credito, infatti, viene elargito fondamentalmente a due soggetti: i consumatori e le imprese.
      Il credito elargito ai consumatori va, evidentemente, in consumi (almeno in parte, secondo le dinamiche di propensione al risparmio illustrate da Keynes), mentre il credito elargito alle imprese è in buona sostanza un investimento sulla capacità da parte dell'impresa di generare reddito. Tale reddito viene poi distribuito all'interno dell'impresa secondo logiche più o meno eque, ma comunque redistribuito. Ciò significa che porta anche ad un aumento dei livelli retributivi (che andranno in consumi secondo le dinamiche, etc.).
      Perciò direi che la domanda interna è correlata all'accesso al credito e ai livelli retributivi.
      Questi sono solo un po' di puntini, la penna per unirli sai dove trovarla.

      P.S. È probabile che quanto da me esposto contenga delle imprecisioni più o meno marcate. Nello stesso posto dove c'è la penna ci sono anche gli approfondimenti che ti permetteranno di correggermi

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    2. Ciao Nicola,
      rispondo solo ora, ma il blog è in stand by, per la semplice ragione che sto cambiando gli occhiali con i quali guardare il mondo.
      Non so se su goofy, leggi i miei commenti, ma sono sempre più convinto, che questa non è una crisi economica, ma è molto, molto più grande. Questa è una crisi religiosa. Guarda l' euro, guarda i Paesi che sono nell' euro, e poi vedi chi sono i PIIGS, dopo se non ci arrivi da solo, ti aspetto qui.

      Comunque riguardo al tuo commento, credo che la tua critica sia presente anche nel commento qui sopra.

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