giovedì 17 ottobre 2013

La crisi sta per finire (se qualcuno si fa gli affari suoi)

Per capire se finirà la crisi e quando finirà, bisogna avere una teoria guida,  e io voglio basarmi sulla teoria dei cicli economici di Juglar. Sappiate che non ho mai letto un libro di questo tizio, soltanto che sono sempre stato convinto che ci sono dei cicli economici e che sono di circa 7/10 anni l' uno, così sono andato su wikipedia ho messo cicli economici e mi è comparso questo signore, che tutto sommato la pensava come me. Lui mi ha inoltre inquadrato un po meglio  il problema, facendomi riflettere sul ciclo di espansione e riduzione del credito.
Sinceramente su wikipedia c'era poco, quindi non accollerò a Juglar, niente di quello che dirò, anche se era necessario nominare chi ha ispirato il profondo pensiero che seguirà.

Cercherò di ragionare in modo semplice, perché quando il ragionamento è complicato, spesso è poco chiaro quello che si pensa.
Primo indizio, espansione del credito e riduzione delle riserve frazionarie.
In sostanza chi presta i soldi li ha prestati tutti, e non ne ha più da prestare. Quindi che si fa ?
Be, semplice, si comincia a rientrare dei prestiti effettuati, in sostanza si ricompone la riserva frazionaria riducendo il credito. Come si riduce il credito senza chiudere le banche? Si aumentano i tassi di interesse, se prima si prestava 100 con interessi 1, ora presto 20 con interessi a 5, stesso introito 1 e 1, ma riduzione del credito erogato. Si ricostruisce in parte la riserva.
In poche parole, se chi presta i soldi, ne presta sempre di più, non rientra mai dei soldi che presta, anzi gliene escono più di quanti gliene rientrano. Così ad un certo punto, anche il creditore deve rientrare, si diminuiscono i prestiti, e quelli nuovi, fatti ad interessi maggiori rientrano prima per via degli interessi maggiori.
Se avete letto il mio post "LA CRISI ECONOMICA", capirete che ci troviamo nel 2006, e quindi capite anche perché molte imprese falliscono.
Ma nel mentre molte imprese falliscono, ce ne sono altre che resistono, spesso quelle che hanno liquidità sufficiente per sopportare le perdite generate dall' aumento degli interessi, oppure quelle che sono in grado di pagare interessi maggiori perché hanno utili maggiori . Stesso discorso per i privati che hanno un mutuo, chi ha risparmi, o redditi elevati, può continuare a ripagare il debito, gli altri purtroppo perderanno la casa. (PER ORA VOGLIO TRALASCIARE IL PROBLEMA DEGLI INTERESSI SUI CICLI ECONOMICI PERCHÉ NE DISCUTERÒ IN UN ALTRO POST, vi preannuncio però che secondo me sono proprio gli interessi a creare questi cicli)
Ricapitolando, abbiamo banche che erogano meno credito, nel frattempo abbiamo debitori che rientrano dei debiti e che non ne contraggono di più. Si ha dunque un saldo positivo della riserva frazionaria, ossia escono meno soldi e rientrano quelli già usciti (anche se i fallimenti derivanti da questa situazione, rendono più lunga la ricapitalizzazione).
Mi si dirà, ma aumenta la disoccupazione, falliscono le aziende, quindi è difficile che si ricapitalizzi, anzi probabilmente si distrugge molto capitale. Ed è vero, più aumenta la disoccupazione, più imprese falliscono e più dura il processo di ricostruzione delle riserve.

Ma comunque si sta realizzando un processo di aumento delle riserve.

Quando le banche avranno ricostruito le proprie riserve, allora si sarà una riduzione degli interessi, perché aumenta lo stock di credito da offrire. E si ricomincia con il ciclo. Più il credito costa poco, più il credito aumenta ed è più facile ripagarlo, quindi diviene sempre meno costoso, fino a quando non si arriverà ad aver prestato tutto il prestabile e quindi aumentano gli interessi e così via.
Se avete letto il post sulla crisi economica, forse potrete darmi ragione.
Se avete letto il post su "L' ITALIA HA SALVATO L' EURO", forse mi darete ragione anche sul seguito.
Partiamo innanzitutto da una considerazione, quando le cose vanno bene si interviene poco, quando le cose vanno male, molti sono presi dal panico e fanno più danni di quelli nei quali sono immersi.
Chiaro è che attraversare il mare in tempesta con una nave solida è meglio che con una pessima nave (euro), come è altrettanto chiaro che se si cade nelle sabbie mobili, più ci si muove e più si affonda (TROIKA).
Comunque, secondo me siamo nel punto di inversione, sperando che nessuno faccia mosse azzardate, tipo prelievo del 10% sui conti correnti (quindi riduzione del risparmio), potremmo sperare di invertire la rotta il prossimo anno e quindi di vedere diminuire la disoccupazione tra un paio d' anni, e tornare a crescere a breve.
Dico questo per un semplice motivo, gli interessi sui debiti pubblici diminuiscono, i risparmi stanno aumentando, gli interessi sui mutui stanno diminuendo, in sostanza sembra che le riserve si stiano ricreando e che si ricomincia ad offrire credito.
Il credito però, è ancora costoso, e quindi, soprattutto in una fase recessiva, c'è poca domanda. Ma sul mercato sono rimaste le imprese che riuscivano a pagare alti interessi, quindi, ora che gli interessi sono più bassi, queste imprese aumentano il profitto, un maggior profitto spinge le stesse imprese a rafforzare la propria posizione di mercato (investimenti) e spinge anche nuovi soggetti ad entrare nel mercato (nuovi investimenti), gli investimenti creano lavoro, che crea reddito, che crea depositi bancari, che aumenta la riserva frazionaria, che spinge a nuovi prestiti, sempre a prezzi più bassi (l' offerta sta aumentando), quindi le imprese fanno più profitti e così via. (QUANTO MI PIACE LA TEORIA DEI SISTEMI AUTOPOIETICI DI MATURANA E VARELLA....)

Quindi tenete duro, l' Italia, malgrado l' euro sta resistendo bene a questo ciclo, e secondo me manca poco, se non fanno qualche casino, come in Grecia.
Il grande vantaggio italiano, sono state le banche, che nella fase di discesa del ciclo, hanno retto molto meglio di tutte le altre, inoltre il debito pubblico al 7% se lo sono comprato loro, e quindi si stanno ricapitalizzando le banche italiane, i greci invece hanno fatto debiti con la Troika e quindi si sta ricapitalizzando la Troika.


mercoledì 16 ottobre 2013

SHUTDOWN

Falliranno gli USA?

Sono ormai due settimane che va avanti il balletto tra democratici e repubblicani, i primi che chiedono di alzare, un' altra volta il tetto del debito, e i secondi che chiedono di ritirare l' Obama care, pena il fallimento.
Mi terrò fuori dal discorso politico, anche se, comunque c'è da chiedersi che ha fatto Obama in questi anni se salta l' Obama care, e mi terrò, invece sul discorso finanziario, quindi falliranno gli USA?

E' chiaro che in realtà gli USA sono già falliti da un pezzo, non ricordo se negli ultimi 18 mesi hanno alzato l' asticella del debito 1 o 2 volte, ma poco importa, il fatto è che la vorrebbero alzare un' altra volta.
Così abbiamo gli USA che alzano il tetto del debito, l' Europa che si ammazza per pagare il debito, il Giappone che è da vent' anni in deflazione per pagare il debito, in sostanza abbiamo che i paesi più ricchi del mondo sono anche quelli più indebitati. Si scopre dunque che qualunque Paese sviluppato e ricco, è anche fortemente indebitato.
Qui, è il nocciolo, i Paesi ricchi sono indebitati, molto indebitati, sempre più indebitati.
Cosa strana è vedere che invece i Paesi più poveri, non hanno questi problemi, anzi hanno il problema opposto, non riescono a vendere il loro debito, e quindi non riescono ad indebitarsi.
Quindi, da una parte abbiamo i Paesi ricchi, pieni di debito, e dall' altro abbiamo i Paesi poveri con pochi debiti, non so se è casuale, ma è comunque strano vedere che per essere ricchi, bisogna avere debiti. E' una delle mie massime da sempre, "se hai un debito, vuol dire che hai i soldi" sfido chiunque a negarlo?

Dunque, alla fine della storia si scopre che per essere ricchi bisogna avere debiti, ma cosa strana si scopre anche che tutti i Paesi ricchi, invece di dire ai Paesi poveri, fate come noi, così diventerete ricchi anche voi, no, dicono facciamo anche noi come i Paesi poveri, facciamo meno debito così diventeremo più ricchi.
E' questa l' era degli assurdi, quella in cui anche gli asini volano.
D'altronde basterebbe dare un connotato positivo alla parola debito, che so chiamarlo ammortamento degli investimenti, e tutto cambierebbe, e si scoprirebbe  che l' elevato debito USA è un investimento sulla salute degli americani, oppure che l' alto debito italiano è un investimento sulla salvaguardia del territorio, oppure che l' alto debito tedesco (maggiore di quello italiano) è un investimento sul settore finanziario. Chiaro che chiamandolo ammortamento, sorgono altri problemi, dai quali mi tengo per ora alla larga, ossia, ad esempio, il ritorno dell' investimento è superiore agli interessi, oppure investiamo in questo o in quello.
Non è strano scoprire che in un sistema che emette moneta a debito, quando si ha molta ricchezza, si ha molto indebitamento, sarebbe strano l'opposto, ossia un Paesi ricco con poco debito, o meglio con poca moneta.

Questo breve post ha un unico scopo, e quindi ne ha tralasciati molti, che erano sicuramente pertinenti e più sensati, cioè quello di porre in luce che in quest' era, molte rappresentazioni della realtà si allontanano così tanto dalla realtà stessa che sembrano più oniriche che reali. Quando si scopre che i Paesi più ricchi, sono anche quelli con maggior debito pubblico, e invece di suggerire ai più poveri, di seguire la stessa strada, si suggerisce ai più ricchi di seguire la strada dei più poveri, bé, signori, io perdo il filo di ogni logica, me ne scuso, è colpa mia che non comprendo e annoio anche voi su queste mie strane follie.

lunedì 14 ottobre 2013

Gli italiani hanno salvato l' EURO, ora che facciamo?

Per comprendere questo post, è necessario tornare indietro nel tempo, più precisamente al 2009.
In quell' anno, nel bel mezzo di un disastro finanziario globale, le banche dei Paesi europei, sia core che periferici, cadevano come birilli, una dopo l' altra. In Germania, Francia, Spagna, Grecia, Belgio, Olanda, Portogallo, Irlanda le banche fallivano una dopo l' altra.
TESTO RIPRESO DA WIKIPEDIA (se volete non leggetelo, tanto scoprirete che tutte le banche euro erano fallite, tranne quelle italiane).  A beneficiare degli aiuti di stato sono stati anche altri due grandi grossi gruppi finanziari: Dexia e Fortis. La prima, banca specializzata nei prestiti alle collettività locali, finanziandosi in gran parte a breve termine, vendendo obbligazioni agli investitori o indebitandosi verso altre banche, si trovò particolarmente esposta alla crisi del credito e al clima di sfiducia tra gli istituti finanziari non più disposti a prestarsi denaro tra loro. Il governo belga intervenne per primo iniettando liquidità per 3 miliardi di euro insieme agli azionisti belgi. Anche il governo francese, in parte attraverso Cdc, la Cassa Depositi transalpina a controllo statale, intervenne riservandosi una parte consistente del capitale della banca. Il Lussemburgo partecipò al piano di salvataggio con una relativamente piccola quota di capitale.[36] Anche il gruppo bancario belga-olandese Fortis subì una parziale nazionalizzazione. Pesantemente danneggiata a fine settembre dal crollo della borsa, ricevette il soccorso dei governi di Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il contributo più importante fu quello belga; di proporzioni inferiori quello del governo olandese, mentre quello lussemburghese fu il più ridotto.[36]La valutazione al ribasso delle stime sulla solidità di Hypo Real Estate e la conseguente richiesta di rifusione da parte dei creditori causò il rischio di tracollo dell'istituto tedesco. Guidata dal governo di Berlino, dalla Banca centrale tedesca e dalla BaFin, l'authority tedesca di controllo dei mercati finanziari, il piano di salvataggio della HRE fu il più grande della storia tedesca.[37] Il governo tedesco intervenne anche su Sachsen Lb, West Lb e Ikb, optando per una strategia diretta ad assicurare la capitalizzazione di banche e compagnie assicurative e la garanzia sui titoli di nuova emissione.[73] Altri piani di salvataggio vennero predisposti da Svezia, Danimarca, Portogallo, Grecia e Olanda.[74]Gli aiuti effettivamente erogati dai governi alle banche dei rispettivi sistemi nazionali furono 1.240 miliardi di euro (10,5% del Pil Ue), per la maggior parte elargiti in forma di garanzie (757 miliardi), la restante parte attraverso ricapitalizzazioni (303 miliardi), gestione di titoli (104 miliardi) e linee di credito (77 miliardi). I tre maggiori mercati bancari europei beneficiati dagli aiuti furono quelli Germania, Francia e Gran Bretagna.[75] Ai dieci maggiori istituti di credito europei furono destinati 620 miliardi, mentre le successive venti banche ricevettero il 25% del totale. Trai maggiori dieci istituti figuravano: Rbs, Hypo, Lloyds Banking Group con oltre 74 miliardi, Dexia, Fortis e Anglo Irish con quasi 50 miliardi ciascuna, HSH Nordbank, Allied Irish, Ing e Credit Agricole con circa 25 ciascuno. Gli ultimi due hanno in parte restituito i capitali incassati.[75] In totale è stato calcolato che il costo dei salvataggi bancari nel mondo produsse un aumento del debito consolidato dei paesi del G7 (dove era compresa anche l'Italia) di 18.000 miliardi di dollari, fino a un livello di indebitamento mai toccato di 140.000 miliardi. Dell'ammontare totale dei 18.000 miliardi, 5.000 miliardi furono il prodotto dell'azione delle banche centrali del G7 (ossia Fed, Banca del Giappone, Banca d'Inghilterra e Bce).[76] 

Mentre tutte le banche europee fallivano, l' Italia viaggiava tranquillamente, quasi indifferente alla crisi finanziaria mondiale, il perché era molto semplice, le banche, la finanza (come gran parte di ciò che esiste nel mondo) sono nate proprio qui, e fregare gli italiani su queste cose non è impossibile, ma è abbastanza difficile. Anche il mercato immobiliare, mentre nel mondo crollava, in  Italia, tutto sommato, resisteva egregiamente.

Poi arrivò l' armageddon, ed era stato preannunciato già da alcuni anni. Arrivò il decimo anno di euro, ossia cominciarono ad andare in scadenza i primi BOT decennali contratti in euro, questo avvenne in tutta Europa.
In sostanza mentre tutta l' Europa, ad eccezione dell' Italia, finanziava le banche, si cominciavano a rinnovare i debiti europei. Così mentre il mondo aveva bruciato trilioni e trilioni di dollari ed euro per salvare le banche, l' Europa doveva cominciare a rinnovare una parte consistente del proprio debito, e per farlo, non c' erano euro a sufficienza. I tedeschi, quelli che avevano accumulato 1600 mld di euro in surplus commerciali, non erano in grado di ricomprasi i debiti in scadenza, perché gli avevano appena usati per salvare il proprio sistema finanziario. Fino a quei giorni, io pensavo che i debiti statali venivano pagati con la vendita di nuovi titoli statali, invece, in quel periodo, cominciò a girare la voce che gli stati dovevano pagare realmente i propri debiti in scadenza, infatti, chi deteneva i titoli in scadenza, aveva estrema necessita di liquidare i propri crediti, non certo di rinnovarli. Non a caso nel 2011 gli istituti tedeschi cominciarono a vendere titoli italiani e non solo.
Non essendoci moneta a sufficienza per ricomprare i titoli di nuova emissione, che servivano a ripagare i debiti vecchi, malgrado i tassi di interesse volassero a livelli inauditi, vedi Grecia 10%, Italia 7%, Portogallo 10%, Spagna 7%, cioè livelli da Paesi del terzo mondo, sembrava proprio che i nuovi titoli fossero invendibili, a qualsiasi prezzo, e probabilmente lo erano, non c'erano proprio euro a sufficienza (senza LTRO cosa sarebbe successo?)
Nel frattempo, in Germania, le banche, ormai quasi completamente statalizzate, perseguivano obiettivi politici, quindi, malgrado Francia, Italia, Spagna, Grecia e Portogallo offrivano interessi strabilianti, quelle banche, in barba al mercato, compravano solo debito tedesco che dava rendimenti negativi.
Ma la finanza tedesca non aveva calcolato che così facendo, ossia non ricomprando i debiti in scadenza, gli altri Stati sarebbero falliti. Così accadde in Grecia. Malgrado gli strabilianti interessi offerti, nessuno comprava il debito di nuova emissione e così i greci non potevano ripagare i debiti scaduti. I debiti greci erano in mano a Francia e Germania, che avendo appena speso centinaia di mld per salvare le loro banche, adesso si trovavano nuovamente nei guai. Si fecero forza e accettarono, loro malgrado, qualche perdita. Ma poi, congelata la situazione greca, non si poteva non pensare che gli altri Paesi che avevano rinnovato i debiti ad interessi impensabili, non fallissero. Portogallo, Spagna stavano per fallire. E ancora Germania e Francia  rischiavano di non veder rimborsato il proprio credito. Eravamo alla fine del 2010 e in mezzo a questo marasma, c' era un Paese, l' Italia, che non aveva ancora visto balzare alle stelle il proprio debito, malgrado la crisi finanziaria e malgrado l' aumento degli interessi sui debiti di nuova emissione (stavo però per perdere la Libia...).
Fu proprio allora che si chiese all' Europa, ma in realtà all' Italia di salvare l' Euro. Furono varati i piani di salvataggio. Tali piani per molti Paesi, soprattutto per alcuni finanziatori, erano semplici partite di giro, ossia la Germania dava aiuti, soldi, alla Grecia, la quale pagava i debiti alla Germania. Così valeva anche per la Francia, ma non era così per l' Italia, terzo contributore degli aiuti. Fu allora, che anche in Italia, il debito pubblico cominciò a salire. Fu allora che venne Monti e salvò l' euro con i soldi degli italiani.
Subito fu bloccata la circolazione monetaria. I soldi italiani, molti, dovevano finire nel sistema finanziario per poter contribuire agli aiuti ai paesi debitori della Germania  e per ricomprare il debito italiano che scadeva sia in mano italiana, sia tedesca sia estera in generale. Quindi dovevano bloccare tutta la liquidità.
Le leggi più importanti varate da Monti, come il limite al contante, lo spettro del redditometro e dello spesometro, la centralizzazione delle tesorerie locali, la riforma delle pensioni con le migliaia di esodati (gente senza soldi, ne privati, ne pubblici) servirono proprio a questo, bloccare la liquidità nelle banche italiane e ridurre anche la liquidità da investire nell' economia.
Con la liquidità, derivante dalle operazioni Monti, aiutato anche da Draghi (chissà perchè le banche italiane furono le maggiori beneficiarie dell' LTRO, dubito che i tedeschi l' avrebbero permesso a cuor leggero) le banche italiane poterono rifinanziare il debito italiano, premiate anche con degli ottimi rendimenti e nel mentre, agli italiani, venivano richiesti anche un mucchio di soldi per aiutare gli stati in fallimento, Spagna, Grecia, Portogallo etc.., così si vararono i famosi fondi salva-stati, salva-banche, peccato che l' Italia è l' unico Paese che ha messo, e ancora mette, i soldi nei fondi e poi non li rivede più, mentre la Spagna li mette e poi se li riprende per pagare i debiti, mentre la Germania li mette e se li riprende per incassare i debiti.
Per questo dico che l' ITALIA ha salvato l' euro.
Perché i risparmi italiani hanno fatto da garanzia all' intero sistema euro.
Perché poi gli italiani la vedono diversamente da me, o perchè i tedeschi invece pensino di salvare loro l' euro,. fa parte di altri appunti al post "LA COLPA E L' EURO".

Ora che facciamo? Usciamo dall' euro, non abbiamo nessun problema a farlo, anzi vista la nostra solidità economico finanziaria siamo l' unico Paese a poterlo fare o cominciamo a trarre i benefici degli sforzi fatti in questi anni (se ci riusciamo visto che noi siamo cattolici).

"Fai del bene e scordatene, fai del male e pentiti"


NB So che molti penseranno che è una ricostruzione fantasiosa, che in realtà l' Italia è brutta e cattiva e poveraccia, ma non è così, sono pochi i Paesi con cittadini ricchi come gli italiani. Comunque a tutti gli italiani che parlano male degli italiani, dico continuate, perché senza autocritica non si può crescere, ma è anche vero che senza sapere dove si è non si può sapere dove andare ......

sabato 12 ottobre 2013

Donne italiane (ma non solo) e PIL

In tanti si preoccupano perché in Italia l' occupazione femminile e' molto bassa. Sembra dunque che le donne italiane siano nullafacenti. Ma e' cosi', e' veramente un problema se le donne non lavorano?

Facciamo un esempio una signora sposata con prole e genitore anziano da accudire.
La signora va a lavorare, quindi ha bisogno di un asilo e di un ricovero per il genitore. Essa produce un reddito, il suo lavoro, ma d' altro canto ha bisogno di servizi statali, per i figli, l'asilo, e per il genitore anziano, il ricovero. In questo caso la signora produce un reddito, da conteggiare nel PIL, molto alto, ossia il suo stipendio, la spesa pubblica per l' asilo, e quella per il ricovero. Questa signora fa aumentare molto PIL, ma purtroppo anche la spesa pubblica e quindi il debito pubblico.
Altro esempio, una signora, nelle stesse condizioni della prima, ma che non lavora, quindi che necessita di un assistenza pubblica, asilo e ricovero, molto limitata, in questo caso il PIL non aumenta, infatti la signora non ha uno stipendio ed inoltre ha bisogno di un asilo in modo molto limitato e anche di una limitata assistenza per il suo genitore anziano. Quindi la signora non contribuisce al PIL, ma d' altro canto non chiede neanche assistenza allo Stato, quindi non fa aumentare neanche il debito.
L' esempio, non serve per dire che le donne devono stare a casa, anche perché' se al posto di una signora ci fosse un signore, i risultati non cambierebbero. L' esempio, piuttosto, vuole porre il problema di come si conteggia il PIL.

Perché' il lavoro di una casalinga non rientra nel calcolo del PIL?
Perché se mi pitturo casa da solo non rientra nel PIL?
Insomma se nel calcolare il reddito di una famiglia, fosse conteggiato anche il lavoro in proprio, in questo caso il lavoro della casalinga, ma potremmo anche considerare il lavoro di un signore che va a raccogliere la legna, quindi che magari lavora 5 ore al giorno, perché' nelle altre ore fa lavori per se, forse il PIL italiano sarebbe molto più alto, forse anche il PIL del mezzogiorno sarebbe molto più alto, e si scoprirebbe che al sud non si sta poi così male.
Calcolare il PIL, come si calcola ora, conduce ad una visione della società estremamente mercantilistica, non esiste altro modo di produrre reddito se non comprando e vendendo, quindi le donne che non lavorano, sembra che siano inutili, nessuno pensa che magari producono più profitto per la società di quanto ne produca una che lavora.
Questa visione,inoltre, comporta una spinta verso la massima occupazione, perché solo se si vende il lavoro viene conteggiato, mentre se si produce per se no. Ma la spinta verso la massima occupazione è anche una spinta all' aumento di offerta di lavoro e quindi ad una diminuzione dei salari (se aumenta l'offerta diminuisce il prezzo), diminuendo i salari il PIL diminuisce, e come abbiamo visto sopra spinge anche ad un aumento del debito, perché spinge ad un aumento dei servizi statali.
Alla luce di quanto detto, noi italiani, che per cultura e usi, abbiamo una minor propensione al lavoro femminile, dobbiamo richiedere in Europa un qualche coefficiente che permetta di inserire nel calcolo del PIL, anche i lavori di auto produzione, specialmente i lavori casalinghi.

Sarebbe inoltre interessante aprire un dibattito sulla possibilità di valutare questi lavori come evasione fiscale ("evasione fiscale" lo uso per assurdo).

giovedì 10 ottobre 2013

Appunti per "La colpa e l' Europa"

Vi siete mai chiesti perché gran parte degli italiani ritiene che sia colpa degli italiani stessi se l' Italia va male.
Vi siete mai chiesti perché in tv è pieno di persone italiane che dicono che gli italiani devono fare i compiti a casa, che gli italiani devono essere rieducati, che se cade l' Europa è perché siamo cattivi.
Avete mai sentito un tedesco porsi il problema se hanno eventuali colpe su quello che sta accadendo in Europa, seppur in molti, da ogni parte del mondo, gliene attribuiscono?
Siccome questo post è un appunto per un post più lungo, non voglio stare qui a fare l' elenco delle diverse visioni che hanno di se stessi i tedeschi rispetto agli italiani, l' importante è, però, che provate a capire, la diversa rappresentazione di se che hanno i tedeschi rispetto agli italiani.

Dopo di che chiedetevi il perché di questa differenza. Poi cercate su wikipedia o dove volete, Max Weber "L'etica protestante e lo spirito capitalistico".

Dopo domandatevi se i protestanti hanno "la confessione" come momento di riconoscimento dei propri peccati.

Politici o capri espiatori ?

Francamente sono stufo di vedere in tv conduttori, imprenditori, gente normale, gente ricca, stranieri, tutti uniti a sparare contro la politica, come se la politica fosse in grado di cambiare il mondo, di far star meglio tutti. Signori cari, la politica non può risolvere i problemi di tutti e forse neanche di pochi.
A guardare la tv, a leggere i giornali sembra che i politici siano Dei capricciosi, i quali dotati dei loro poteri divini, si divertono a farci star male.

Quando una fabbrica chiude gli operai invocano il ministro, sperando che faccia riaprire la fabbrica oppure che gli prometta una cassa integrazione ricca e lunga, poi chi ha chiuso la fabbrica ti dice che l'ha fatto perché paga troppe tasse, e le tasse servono per pagare la cassa integrazione.
Dovremmo fermarci un attimo a riflettere sul perché "LA POLITICA E' IL MALE DI TUTTO".

Se proviamo a vedere i politici come capro espiatorio della società, che visione avremmo della nostra stessa società.
Immaginiamo che l' imprenditore che chiude (non importa se per colpa sua o altrui) dia la colpa alla politica.
Immaginiamo l'operaio con il contratto precario, che da la colpa alla politica per la sua condizione.
Immaginiamo l' operaio licenziato che accusa la politica di trovarsi senza stipendio.
Immaginiamo anche l' impiegato che lavora, ma non riesce ad arrivare a fine mese e anche lui accusa la politica.
Tutti allegramente uniti ad accusare la politica o il politico di turno, ognuno perché ritiene di non essere stato aiutato. Dagli esempi sopra, mi sembra chiaro che un politico aiutando uno qualsiasi dei soggetti di sopra avrebbe danneggiato un altro.
Ma non è la logica del bene Paretiano ciò che mi interessa, bensì, è il risultato di queste accuse, l'elemento centrale: perché la politica o i politici sono colpevoli di tutto?

Il capro espiatorio, era una capra che durante alcune funzioni religiose, veniva caricata di tutti i peccati del popolo o tribù e veniva lasciata andare nel deserto, così che si portasse via tutti i peccati.

Oggi la politica è proprio questo, il capro espiatorio.
Ad essa si attribuiscono, giustamente, o ingiustamente, tutti i peccati della nostra società, e ben presto , quando il capro si sarà fatto carico di tutti i peccati, verrà lasciato andare nel deserto e tutti noi saremo felici di esserci liberati di tutte le malefatte. Purtroppo  rimarremo senza politica e nessuno, con un minimo di intelligenza si farà avanti per prendere il posto del capro precedente.

Con questo post volevo solo mettere in guardia da chi denigra la politica e i politici.
Se la politica diventa infamia e malefatte, ben presto si riempie di malfattori e infami.
Se la politica viene abbandonata, a chi chiede tanto alla politica, non rimarrà nessuno a cui chiedere.


mercoledì 9 ottobre 2013

Inflazione, deficit e debito

Oggi, come ieri, come da anni, abbiamo un vincolo esterno, il deficit non può superare il 3% del PIL.
Oggi, come ieri, come da anni, la BCE ha un compito, mantenere l' inflazione al 2%.
Non sarò qui a discutere sul senso di questi numeri, che potrebbero essere stati buttati alla bene e peggio, anche se non credo, ma quello che voglio dire, o meglio urlare è che LA BCE NON STA FACENDO IL SUO COMPITO.
La BCE deve garantire il 2% di inflazione, come l' Italia deve mantenere il 3% di rapporto tra deficit e Pil.
Se l' inflazione non sale come dovrebbe, il PIL non sale come dovrebbe e quindi, non aumentando il denominatore, deve aumentare, o meglio diminuire, il numeratore.

L' ITALIA dovrebbe urlare in Europa, che qualcuno non sta rispettando i patti e non siamo noi.

Attenzione inoltre che uno, due o tre anni di inflazione sotto il 2% comporterà un danno anche nel futuro, perché sulla mancata inflazione di quest' anno non verrà calcolata l' inflazione negli anni futuri.

Dobbiamo chiedere con insistenza e forza che gli obiettivi di inflazione siano rispettati e dobbiamo inoltre chiedere che siano ristabilite anche le mancate inflazioni pregresse.

Ogni punto di inflazione mancato è un aumento di prelievo fiscale di 1600mld x 0.01, ossia di 16 mld di euro, ossia 250 euro per ogni capoccia italiana (1000 euro annue per una famiglia di 4 persone), per l' anno in corso, ai quali andranno aggiunti tutti gli anni successivi.

La mancata inflazione comporta anche una rivalutazione del debito.
2000 mld, svalutati (causa inflazione) del 2% sono 1960 mld, mentre svalutati del 1% sono 1980 un ulteriore indebitamento reale di 20 mld l' anno, ossia altri 360 euro a capoccia per l'anno in corso e per quelli futuri.

E' NECESSARIO COMPRENDERE IL DANNO CHE L'INFLAZIONE INFERIORE ALLE PROMESSE CAUSA ALL' ECONOMIA ITALIANA.




martedì 8 ottobre 2013

La crisi economica

Chiunque vi dice che la crisi economica è iniziata nel 2008, vi dice una balla.
L'inizio della crisi economica risale al 2006, nel 2008 o meglio nel 2009 la crisi si manifesta con forza in gran parte del mondo, ma l'inizio risale al 2006.
Il 2006 è l' anno in cui i tassi di interesse della fed salgono dall' 1% al 5%, e i tassi della BCE, passano da 2,25% a 4%. Nessuno deve mai dimenticare le parole che in quegli anni ripetevano i banchieri centrali, "l' economia si sta riscaldando, bisogna raffreddarla". Erano gli anni in cui il petrolio si avvicinava ai 200 dollari al barile, erano gli anni in cui l'inflazione cominciava a fare capolino e si sa l' inflazione è un male da estirpare è l' unico male dell' economia.
Io spero che ognuno di voi capisca che cosa vuol dire passare dall' 1% al 5%, in sostanza vuol dire che chiunque aveva un impresa con un utile del 4%, se prima riusciva ad avere una redditività superiore di 4 volte al tasso di interesse, ora, nel giro di un anno, si ritrova ad avere una perdita del 20% rispetto al tasso di interesse. Il mondo era cambiato, ed era cambiato per una scelta chiara di una persona, o di un gruppo di persone, chi aveva un utile del 4% doveva chiudere, e così fu. Ma così fu anche per i privati, non solo per le imprese. Se avevi comprato casa, e lo avevi fatto perché un affitto costava il 4% del valore della casa e il mutuo invece il 2%, la tua decisione nel giro di un anno si era dimostrata sbagliata, la tua casa ora costava molto ma molto più di un anno prima, costava il doppio. Appare evidente che in quell' anno ci fu una vera e propria rivoluzione economica, chi aveva un attività con rendite inferiori al 5% doveva chiudere, chi doveva rimborsare un mutuo con rate da 100, quindi accessibili al suo reddito, si trovò a pagare rate da 500,quindi inaccessibili. In breve tempo le aziende con scarsa redditività cominciarono a chiudere, o a realizzare perdite e nello stesso tempo, molti privati si trovarono a non poter pagare più i mutui e quindi a riversare sul mercato migliaia di abitazioni, col conseguente crollo dei valori immobiliari. Il crollo dei valori immobiliari rendeva sconveniente, anche a chi poteva pagare l' aumento dei tassi di interesse, continuare a pagarli, perché alla fine quello che stavano comprando valeva molto di meno di quanto lo stavano pagando.
Così iniziò la storia dei mutui subprime, o meglio, della favoletta in cui la "speculazione" aveva dato mutui troppo facili. Mentre è palese che se oggi ho interessi all' 1% e domani arrivano al 5% nessuno li rimborsa. Non li rimborsa nessuno perchè è sconveniente, PERCHE' PAGARE TANTI INTERESSI PER UNA COSA CHE VALE SEMPRE DI MENO? (il prezzo delle case è inversamente correlato al prezzo dei mutui)

In realtà la crisi economica è una storia di usura.
E' la storia di tanta gente che comprò casa con interessi all' 1% e in breve tempo gliene furono chiesti 5 volte di più.
E' la storia di tante aziende, soprattutto finanziarie, che prendevano denaro all' 1%, lo rinvestivano con rendimenti del 2%,quindi raddoppiando il valore, che in meno di un anno si trovarono a dover pagare il 5% di interessi e quindi a fallire.

LA CRISI ECONOMICA INIZIA CON UN ATTO USURAIO.


Introduzione al solito blog sulla crisi finanziaria

Oggi, dopo alcuni mesi, forse anni, ho deciso di iniziare a scrivere su un mio blog.
Il perché è molto semplice, sono anni che mi interesso di economia e della politica che attua scelte economiche, e spesso, gli argomenti che trattavo nelle mie discussioni sembravano assurdi, salvo poi divenire,dopo poco tempo, argomenti centrali nel dibattito pubblico. Pertanto, al fine di pubblicizzare le mie intuizioni, ho aperto questo blog.
Non so quanti lo leggeranno, spero molti, ma credo  pochi, comunque ho tempo da perdere la crisi economica me ne concede molto.