lunedì 14 ottobre 2013

Gli italiani hanno salvato l' EURO, ora che facciamo?

Per comprendere questo post, è necessario tornare indietro nel tempo, più precisamente al 2009.
In quell' anno, nel bel mezzo di un disastro finanziario globale, le banche dei Paesi europei, sia core che periferici, cadevano come birilli, una dopo l' altra. In Germania, Francia, Spagna, Grecia, Belgio, Olanda, Portogallo, Irlanda le banche fallivano una dopo l' altra.
TESTO RIPRESO DA WIKIPEDIA (se volete non leggetelo, tanto scoprirete che tutte le banche euro erano fallite, tranne quelle italiane).  A beneficiare degli aiuti di stato sono stati anche altri due grandi grossi gruppi finanziari: Dexia e Fortis. La prima, banca specializzata nei prestiti alle collettività locali, finanziandosi in gran parte a breve termine, vendendo obbligazioni agli investitori o indebitandosi verso altre banche, si trovò particolarmente esposta alla crisi del credito e al clima di sfiducia tra gli istituti finanziari non più disposti a prestarsi denaro tra loro. Il governo belga intervenne per primo iniettando liquidità per 3 miliardi di euro insieme agli azionisti belgi. Anche il governo francese, in parte attraverso Cdc, la Cassa Depositi transalpina a controllo statale, intervenne riservandosi una parte consistente del capitale della banca. Il Lussemburgo partecipò al piano di salvataggio con una relativamente piccola quota di capitale.[36] Anche il gruppo bancario belga-olandese Fortis subì una parziale nazionalizzazione. Pesantemente danneggiata a fine settembre dal crollo della borsa, ricevette il soccorso dei governi di Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il contributo più importante fu quello belga; di proporzioni inferiori quello del governo olandese, mentre quello lussemburghese fu il più ridotto.[36]La valutazione al ribasso delle stime sulla solidità di Hypo Real Estate e la conseguente richiesta di rifusione da parte dei creditori causò il rischio di tracollo dell'istituto tedesco. Guidata dal governo di Berlino, dalla Banca centrale tedesca e dalla BaFin, l'authority tedesca di controllo dei mercati finanziari, il piano di salvataggio della HRE fu il più grande della storia tedesca.[37] Il governo tedesco intervenne anche su Sachsen Lb, West Lb e Ikb, optando per una strategia diretta ad assicurare la capitalizzazione di banche e compagnie assicurative e la garanzia sui titoli di nuova emissione.[73] Altri piani di salvataggio vennero predisposti da Svezia, Danimarca, Portogallo, Grecia e Olanda.[74]Gli aiuti effettivamente erogati dai governi alle banche dei rispettivi sistemi nazionali furono 1.240 miliardi di euro (10,5% del Pil Ue), per la maggior parte elargiti in forma di garanzie (757 miliardi), la restante parte attraverso ricapitalizzazioni (303 miliardi), gestione di titoli (104 miliardi) e linee di credito (77 miliardi). I tre maggiori mercati bancari europei beneficiati dagli aiuti furono quelli Germania, Francia e Gran Bretagna.[75] Ai dieci maggiori istituti di credito europei furono destinati 620 miliardi, mentre le successive venti banche ricevettero il 25% del totale. Trai maggiori dieci istituti figuravano: Rbs, Hypo, Lloyds Banking Group con oltre 74 miliardi, Dexia, Fortis e Anglo Irish con quasi 50 miliardi ciascuna, HSH Nordbank, Allied Irish, Ing e Credit Agricole con circa 25 ciascuno. Gli ultimi due hanno in parte restituito i capitali incassati.[75] In totale è stato calcolato che il costo dei salvataggi bancari nel mondo produsse un aumento del debito consolidato dei paesi del G7 (dove era compresa anche l'Italia) di 18.000 miliardi di dollari, fino a un livello di indebitamento mai toccato di 140.000 miliardi. Dell'ammontare totale dei 18.000 miliardi, 5.000 miliardi furono il prodotto dell'azione delle banche centrali del G7 (ossia Fed, Banca del Giappone, Banca d'Inghilterra e Bce).[76] 

Mentre tutte le banche europee fallivano, l' Italia viaggiava tranquillamente, quasi indifferente alla crisi finanziaria mondiale, il perché era molto semplice, le banche, la finanza (come gran parte di ciò che esiste nel mondo) sono nate proprio qui, e fregare gli italiani su queste cose non è impossibile, ma è abbastanza difficile. Anche il mercato immobiliare, mentre nel mondo crollava, in  Italia, tutto sommato, resisteva egregiamente.

Poi arrivò l' armageddon, ed era stato preannunciato già da alcuni anni. Arrivò il decimo anno di euro, ossia cominciarono ad andare in scadenza i primi BOT decennali contratti in euro, questo avvenne in tutta Europa.
In sostanza mentre tutta l' Europa, ad eccezione dell' Italia, finanziava le banche, si cominciavano a rinnovare i debiti europei. Così mentre il mondo aveva bruciato trilioni e trilioni di dollari ed euro per salvare le banche, l' Europa doveva cominciare a rinnovare una parte consistente del proprio debito, e per farlo, non c' erano euro a sufficienza. I tedeschi, quelli che avevano accumulato 1600 mld di euro in surplus commerciali, non erano in grado di ricomprasi i debiti in scadenza, perché gli avevano appena usati per salvare il proprio sistema finanziario. Fino a quei giorni, io pensavo che i debiti statali venivano pagati con la vendita di nuovi titoli statali, invece, in quel periodo, cominciò a girare la voce che gli stati dovevano pagare realmente i propri debiti in scadenza, infatti, chi deteneva i titoli in scadenza, aveva estrema necessita di liquidare i propri crediti, non certo di rinnovarli. Non a caso nel 2011 gli istituti tedeschi cominciarono a vendere titoli italiani e non solo.
Non essendoci moneta a sufficienza per ricomprare i titoli di nuova emissione, che servivano a ripagare i debiti vecchi, malgrado i tassi di interesse volassero a livelli inauditi, vedi Grecia 10%, Italia 7%, Portogallo 10%, Spagna 7%, cioè livelli da Paesi del terzo mondo, sembrava proprio che i nuovi titoli fossero invendibili, a qualsiasi prezzo, e probabilmente lo erano, non c'erano proprio euro a sufficienza (senza LTRO cosa sarebbe successo?)
Nel frattempo, in Germania, le banche, ormai quasi completamente statalizzate, perseguivano obiettivi politici, quindi, malgrado Francia, Italia, Spagna, Grecia e Portogallo offrivano interessi strabilianti, quelle banche, in barba al mercato, compravano solo debito tedesco che dava rendimenti negativi.
Ma la finanza tedesca non aveva calcolato che così facendo, ossia non ricomprando i debiti in scadenza, gli altri Stati sarebbero falliti. Così accadde in Grecia. Malgrado gli strabilianti interessi offerti, nessuno comprava il debito di nuova emissione e così i greci non potevano ripagare i debiti scaduti. I debiti greci erano in mano a Francia e Germania, che avendo appena speso centinaia di mld per salvare le loro banche, adesso si trovavano nuovamente nei guai. Si fecero forza e accettarono, loro malgrado, qualche perdita. Ma poi, congelata la situazione greca, non si poteva non pensare che gli altri Paesi che avevano rinnovato i debiti ad interessi impensabili, non fallissero. Portogallo, Spagna stavano per fallire. E ancora Germania e Francia  rischiavano di non veder rimborsato il proprio credito. Eravamo alla fine del 2010 e in mezzo a questo marasma, c' era un Paese, l' Italia, che non aveva ancora visto balzare alle stelle il proprio debito, malgrado la crisi finanziaria e malgrado l' aumento degli interessi sui debiti di nuova emissione (stavo però per perdere la Libia...).
Fu proprio allora che si chiese all' Europa, ma in realtà all' Italia di salvare l' Euro. Furono varati i piani di salvataggio. Tali piani per molti Paesi, soprattutto per alcuni finanziatori, erano semplici partite di giro, ossia la Germania dava aiuti, soldi, alla Grecia, la quale pagava i debiti alla Germania. Così valeva anche per la Francia, ma non era così per l' Italia, terzo contributore degli aiuti. Fu allora, che anche in Italia, il debito pubblico cominciò a salire. Fu allora che venne Monti e salvò l' euro con i soldi degli italiani.
Subito fu bloccata la circolazione monetaria. I soldi italiani, molti, dovevano finire nel sistema finanziario per poter contribuire agli aiuti ai paesi debitori della Germania  e per ricomprare il debito italiano che scadeva sia in mano italiana, sia tedesca sia estera in generale. Quindi dovevano bloccare tutta la liquidità.
Le leggi più importanti varate da Monti, come il limite al contante, lo spettro del redditometro e dello spesometro, la centralizzazione delle tesorerie locali, la riforma delle pensioni con le migliaia di esodati (gente senza soldi, ne privati, ne pubblici) servirono proprio a questo, bloccare la liquidità nelle banche italiane e ridurre anche la liquidità da investire nell' economia.
Con la liquidità, derivante dalle operazioni Monti, aiutato anche da Draghi (chissà perchè le banche italiane furono le maggiori beneficiarie dell' LTRO, dubito che i tedeschi l' avrebbero permesso a cuor leggero) le banche italiane poterono rifinanziare il debito italiano, premiate anche con degli ottimi rendimenti e nel mentre, agli italiani, venivano richiesti anche un mucchio di soldi per aiutare gli stati in fallimento, Spagna, Grecia, Portogallo etc.., così si vararono i famosi fondi salva-stati, salva-banche, peccato che l' Italia è l' unico Paese che ha messo, e ancora mette, i soldi nei fondi e poi non li rivede più, mentre la Spagna li mette e poi se li riprende per pagare i debiti, mentre la Germania li mette e se li riprende per incassare i debiti.
Per questo dico che l' ITALIA ha salvato l' euro.
Perché i risparmi italiani hanno fatto da garanzia all' intero sistema euro.
Perché poi gli italiani la vedono diversamente da me, o perchè i tedeschi invece pensino di salvare loro l' euro,. fa parte di altri appunti al post "LA COLPA E L' EURO".

Ora che facciamo? Usciamo dall' euro, non abbiamo nessun problema a farlo, anzi vista la nostra solidità economico finanziaria siamo l' unico Paese a poterlo fare o cominciamo a trarre i benefici degli sforzi fatti in questi anni (se ci riusciamo visto che noi siamo cattolici).

"Fai del bene e scordatene, fai del male e pentiti"


NB So che molti penseranno che è una ricostruzione fantasiosa, che in realtà l' Italia è brutta e cattiva e poveraccia, ma non è così, sono pochi i Paesi con cittadini ricchi come gli italiani. Comunque a tutti gli italiani che parlano male degli italiani, dico continuate, perché senza autocritica non si può crescere, ma è anche vero che senza sapere dove si è non si può sapere dove andare ......

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